Superbonus 110% con spinta positiva sul Prodotto Interno Lordo (PIL)


  • Stimato anche l'aumento di gettito fiscale

    Spesa indotta dalla detrazione maggiorata del 110% (superbonus) pari a 96 miliardi di euro. Costo lordo per lo Stato stimato, invece, in 97 miliardi di euro. Stimato, inoltre, un incremento del prodotto interno lordo (PIL) di quasi 91 miliardi di euro e un gettito fiscale di circa 37 miliardo, con la conseguenza che il costo netto per le casse statali del superbonus 110% ammonta a 60 miliardi di euro, ammontare nettamente inferiore al PIL.

    Queste le indicazioni fornite nel documento di ricerca sviluppato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC) e dalla Fondazione nazionale commercialisti (FNC) pubblicato nella giornata di ieri e dal titolo “Gli effetti macroeconomici e di finanza pubblica del Superbonus 110%”.

    Per i commercialisti, in materia di bonus edilizi, si rende necessario verificare l’effetto di retroazione sviluppato, appunto, grazie ai detti incentivi, al fine di ottenere un quadro, il più verosimile possibile, per valutare i costi-benefici di tale agevolazione, nonostante la complessità nella rilevazione dei dati e per l’eccessiva frammentarietà dei dati disponibili.

    Il documento in commento, corredato di alcune tabelle statistiche, rappresenta una mera stima al 31 dicembre 2022 dell’impatto macroeconomico del superbonus e degli altri bonus edilizi, dopo l’emanazione del D.L. 34/2020 che ha introdotto il 110%.

    Come indicato, la spesa indotta dal 110% per gli anni 2021 e 2022 ovvero gli investimenti aggiuntivi nel settore costruzioni e, per il sistema delle interconnessioni settoriali, in tutti gli altri settori dell’economia, è pari a 96 miliardi di euro.

    A tale ammontare di spesa indotta corrisponde, sempre per i commercialisti, un costo lordo per lo Stato, rappresentato dalle detrazioni fiscali maturate in aggiunta a quelle ordinarie, pari a poco più di 97 miliardi di euro con un incremento stimato di prodotto interno lordo (Pil), sebbene con un orizzonte temporale più ampio, corrispondente a circa un quinquennio, di quasi 91 miliardi di euro e di gettito fiscale di circa 37 miliardi di euro; il costo netto del 110% per lo Stato, pertanto, può essere stimato in 60 miliardi di euro e, quindi, nettamente inferiore all’incremento dello stesso prodotto interno lordo (Pil).

    Come si evince anche dal commento dell’organo di stampa della categoria, il moltiplicatore sul Pil della spesa aggiuntiva indotta dal superbonus è pari a 0,95, mentre l’effetto di retroazione fiscale, corrispondente all’incremento di gettito rispetto all’incremento di spesa pubblica, è pari al 38%.

    Se si considera adeguatamente l’effetto di retroazione fiscale l’impatto del 110% sulla finanza pubblica è, dunque, da ritenersi addirittura positivo, nel senso che l’incremento di Pil generato, comunque a debito (creando deficit), risulterebbe superiore all’impatto sul debito, migliorando, in termini percentuali, il rapporto debito/Pil.

    I dati snocciolati dai commercialisti trovano una conferma in quelli resi noti dal ministero dell’economia e delle finanze (MEF) nel corso dell’audizione del 23 maggio scorso, nella quale era stato evidenziato che, sulla base delle relative stime di impatto dei bonus sul PIL nominale per il periodo 2021/2025 (limitate al 110% e al bonus facciate), il valore complessivo di incremento del PIL per i cinque anni considerati, ammonterebbe a 121 miliardi di euro; dato, quest’ultimo, ben superiore a quello fornito dai commercialisti che, come detto, è stimato in 91 miliardi di euro.

    Si deve considerare, inoltre, che gli effetti induttivi degli investimenti in edilizia della spesa agevolata dal 110% hanno un impatto intersettoriale, oltre che intertemporale, attraverso i quali si generano anche effetti indiretti su altri settori economici, in base alle relazioni input-output, nonché sull’occupazione e sul bilancio pubblico.

    E' stato ribadito, quindi, che “(…) attraverso il modello teorico del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e della Fondazione nazionali stimiamo un impatto molto positivo dei bonus edilizi, in particolare del Superbonus 110%, sugli investimenti in edilizia e, quindi, sul PIL, oltre che sull’occupazione”, aggiungendo che “sebbene non si possa dire che le agevolazioni in edilizia si ripaghino totalmente, si può certamente asserire che tali agevolazioni hanno una elevata capacità di attivazione economica e fiscale con importanti ricadute in termini ambientali e occupazionali e anche sui fondamentali di finanza pubblica”. Fabrizio Giovanni Poggiani - ITALIA OGGI (riproduzione riservata)


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