Cancellato il voto 8 per l’accesso al concordato preventivo biennale. Non è più necessario tenere conto, quindi, del voto attribuito dagli indici di affidabilità fiscale (Isa) per accedere al nuovo patto con il Fisco.
Così il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, in una risposta fornita nel corso di una conferenza stampa di ieri, in merito alla reintroduzione del concordato preventivo biennale, previsto da un provvedimento recante disposizioni in materia di procedimento accertativo che, a breve, sarà esaminato dal Governo ai fini della definitiva approvazione; notizia anticipata, peraltro, da questo quotidiano nei giorni scorsi.
Uno dei principali profili di criticità sollevati dagli addetti ai lavori, infatti, riguardava proprio i requisiti di ingresso per i soggetti Isa che, nell’attuale versione dello schema del provvedimento, potrebbero accedere al concordato preventivo alla condizione che presentino un punteggio di alta affidabilità fiscale, pari o superiore a 8.
Il voto inferiore a quello appena indicato poteva pregiudicare l’accesso all’istituto da parte di una buona parte dei contribuenti destinatari, ancorché il voto richiesto si fosse potuto raggiungere, anche volontariamente e a pagamento, adeguando i ricavi.
L’eliminazione del voto minimo per accedere al concordato preventivo biennale era stata richiesta anche dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato e risponde a diverse esigenze la prima delle quali che, con riferimento al requisito dell’alta affidabilità fiscale, rischiava di limitare l’applicabilità del nuovo istituto a un numero ridotto di contribuenti (si consideri che più del 50% dei soggetti Isa si posizionano al di sotto di questo voto) mentre i soggetti con punteggi Isa elevati (quindi da 8 in su) sarebbero stati poco incentivati all’adesione al concordato preventivo biennale, potendo già beneficiare di un regime premiale ad hoc.
Il raggiungimento del punteggio richiesto a pagamento, inoltre, con l’indicazione di ulteriori componenti positivi, non risultanti dalle scritture contabili, anche ai fini dell’accesso al concordato preventivo biennale, non avrebbe risolto la criticità, in quanto l’adeguamento risulta attualmente troppo oneroso per molti contribuenti che, peraltro, una volta raggiunto il voto minimo richiesto, avrebbero comunque beneficiato, in linea di principio e come indicato, delle premialità già previste per l’Isa, come la protezione da accertamenti analitico-presuntivi (con voto pari o superiore a 8 e mezzo).
Infine, tralasciando le situazioni particolari che, in presenza di anomalie strutturali (si pensi agli enti mutualistici), non avrebbero mai raggiunto tale voto, quest’ultimo non avrebbe portato alcun vantaggio nell’intercettare contribuenti meno affidabili visto che il voto 8 è sistematicamente ottenuto dai soggetti più allineati agli indicatori. Fabrizio Giovanni Poggiani - ITALIA OGGI (riproduzione riservata)
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